Poesia di Marco Cavallero
Quando più rarefatta
L’aria si fa lucente
E lontano nel giardino sospeso
Cristalli preziosi ed umili
Ornano di fantasmagorie i rami spogli
Un sole reticente
S’affretta all’orizzonte
Attratto da un altro emisfero.

Vapori di nebbie
Storti ai lampioni
Animano le statue del ponte
Celano le acque del fiume
Si uniscono alle chiome rade
Che fanno degli alberi
Immobili passanti d’argento.

E ancora più lontano stridono i gabbiani

Inaspettati
i fiori del nespolo e del calicanto
Attendono pazienti
I loro amanti
Mentre i sentieri s’azzurrano di brina.

Se i passi tuoi si affrettano
E’ perché il gelo
Non raggiunga la tua anima,
Ma si fermi
Alle labbra livide, alle mani bianche
Ai pensieri disadorni,
Agli sguardi distolti.

Oltre le vetrine,
Luci false e calori artificiali
Avvolgono volti animati
Eleganti ed indifferenti
Buoni per tutte le stagioni
Mentre nelle fontane il gelo
Modella il ghiaccio in forme
Di cattedrale.

Come la semente cerca il
Sole nell’attesa
Noi cerchiamo rimedio
In quella differenza nascosta
Che sola feconda
Il nostro intelletto.
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